Queste piante curative: dalla fitoterapia ai farmaci

Piante medicinali, sapere ancestrale

Per più di 2000 anni, l'uso delle piante medicinali ha interessato tutte le civiltà, in tutto il mondo. Imparata la medicina cinese, greca, arabo-persiana, indiana, per non parlare del sapere che continua a trasmettersi all'interno di popoli di tradizione orale come quelli del Sudamerica o dell'Africa: nel corso dei secoli e dei millenni gli uomini hanno costruito una conoscenza empirica, quasi intuitiva e hanno imparato ad utilizzare le virtù delle piante per curarsi.

Al termine di "virtù", tanto usato quando si parla di piante medicinali, o si può preferire quello di "proprietà": l'uno evoca i "rimedi della buona donna", mentre l'altro, scientifico e razionale, ha una più moderna connotazione. Perché l'uso di queste piante medicinali, sebbene tradizionale, non deve essere relegato al rango di pratiche medievali: nell'era della medicina moderna, ci curiamo ancora con le piante (fitoterapia, aromaterapia), e non solo per curare piccoli disturbi senza gravità. Le piante curano anche il cancro e molte altre gravi patologie.

Erboristeria per curare i piccoli malanni della quotidianità

Il erboristeria, è un medicinale che utilizza piante ed estratti naturali per curare e prevenire malattie e disfunzioni dell'organismo. Lei usa estratti vegetali sotto forma di compresse, capsule, tinture, macerati oleosi o anche tisane (l'aromaterapia utilizza i principi aromatici delle piante sotto forma di essenza o olio essenziale).

Per molti di noi la fitoterapia può curare il raffreddore (timo, eucalipto, malva per detergere e liberare), problemi circolatori (rusco, vite rossa, ippocastano per problemi venosi), disturbi digestivi (ravanello nero, carciofo per drenare il fegato e della cistifellea), per lenire l'ansia (biancospino, angelica) o per migliorare il sonno (valeriana, passiflora), o per ridurre l'infiammazione dopo un trauma (arnica), per curare una verruca (celidonia), per favorire l'allattamento nelle giovani madri (semi di finocchio , anice verde)… La medicina erboristica sarebbe quindi lo specialista in disturbi minori, in una parola, il prodotto "erboristico" che chiedi al tuo farmacista non aver potuto o voluto consultare il proprio medico curante (molto spesso molto rapido nello stabilire le prescrizioni).

  • Oli di Calendula, Erba di San Giovanni, Arnica: preparali tu!
  • Gelsemium sempervirens: proprietà salutari
  • Tisane fatte in casa per un sonno ristoratore

Piante e ricerca medica: piante che producono medicinali

Ma limitare la fitoterapia al semplice miglioramento del benessere sarebbe un errore; e, per torcere il collo a un'altra idea ricevuta, l'opposizione "prodotto vegetale naturale/farmaco chimico dell'industria farmaceutica" non deve essere necessariamente, o comunque deve essere qualificato. Infatti, naturale non significa innocuo, e ciò che fa la proprietà di questa o quella pianta sono infatti una o più sostanze chimiche, naturalmente di origine naturale, ma capaci di essere estratti, concentrati, o addirittura riprodotti per sintesi, e utilizzati per la produzione di farmaci (quelli "veri", quelli venduti in farmacia, su prescrizione medica).

Così, le piante, e non solo le piante reputate medicinali usate da millenni, rendono possibile la produzione farmaci tutti più "seri", essendo stati oggetto di ricerche, sperimentazioni, studi, e beneficiando del prezioso sesamo che aprirà loro le porte delle farmacie: l'AMM, o autorizzazione all'immissione in commercio (peraltro, più che "piante", diciamo piuttosto: sostanze di origine naturale, perché anche funghi, microrganismi o anche secrezioni di certi animali sono dotati di proprietà terapeutiche).

Un dato: nel 2006, un quarto dei 508 miliardi di euro rappresentati dal mercato farmaceutico mondiale proveniva, almeno in parte, da queste sostanze naturali. e i farmaci i cui principi attivi sono di origine vegetale sono infatti molto numerosi. Ecco alcuni dei più famosi:

  • l'aspirina : l'acido acetilsalicilico viene estratto, almeno in origine, dal salice bianco e dall'olmaria; oggi è prodotto per sintesi, meno costoso;
  • diverso trattamenti per il cancro : dal tasso si estrae il docetaxel (Taxotere), dalla pervinca del Madagascar si ricava la vinblastina…
  • il morfina (analgesico) viene estratto dal papavero addormentato;
  • il chinino (antipiretico e antimalarico) si estrae dalla china;
  • il vincamine (trattamento dei disturbi cognitivi e sensoriali) deriva dalla piccola pervinca;
  • il digitale (trattamento dell'insufficienza cardiaca) viene estratto dalla digitale (e dalla digitale lanosa) …

Come facciamo a scoprire nuove molecole per creare farmaci?

Una tecnica apparsa negli anni '90 ha permesso di accelerare i progressi della ricerca farmaceutica e di sviluppare nuovi farmaci, basati su nuove molecole: screening ad alto rendimento. In parole povere, un robot setaccia migliaia di molecole al giorno (isolato da materiale vegetale o ottenuto per sintesi chimica), e identifica quelli che potrebbero essere dotati di proprietà terapeutiche. Poi, non resta che "di più" (anche se la strada è ancora molto, molto lunga fino alla commercializzazione!) per testare le molecole selezionate e sviluppare il farmaco.

Questa tecnica richiede un numero colossale di molecole da analizzare, quindi uno sviluppo di bioprospezione -Dobbiamo trovare nuove piante da studiare a tutti i costi, quindi le cercheremo dove la biodiversità vegetale è abbondante e ancora poco conosciuta. Corollario di questa corsa alla nuova molecola: la rischio di saccheggio delle risorse naturali di alcuni paesi e deposito di brevetti su beni vegetali relativi a conoscenze ancestrali (biopirateria), abusi contro i quali il Protocollo di Nagoya, adottato nel 2010 (ratificato da 51 Paesi) ed entrato in vigore il 12 ottobre 2014, tenta di combattere.

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