Piante fossili: chi sono queste piante preistoriche?

Fossili viventi o specie pancroniche?

Pianta fossile, fossile vivente: queste espressioni sono un abuso di linguaggio, ma dietro c'è del vero! Sebbene abbastanza eloquenti, sono scelti male, e persino falsi da un punto di vista scientifico: parliamo piuttosto specie pancroniche o specie relitte.

Una specie pancronica è definita come un organismo (pianta o animale) che presenta una fForte somiglianza morfologica con specie fossili estinte e conosciute. Si tratta quindi di specie che si sono evolute relativamente poco nel corso dei secoli e il cui aspetto attuale ricorda da vicino quello che era - o quello dei loro antenati - centinaia di milioni di anni fa.

Dalle alghe azzurre ad oggi: 3,8 miliardi di anni di evoluzione

Per meglio ambientare la scena, torniamo velocemente all'evoluzione delle piante. La Terra esiste da 4,5 miliardi di anni. Le prime forme di vita sulla terra furono i batteri, strutture unicellulari apparse 3,8 miliardi di anni fa, poi il alghe blu, 3 miliardi di anni fa.

Verso 430 milioni di anni fa prima della nostra era, sviluppare il piante di spore (leggi: Come si riproducono le piante senza fiori?): muschi, licheni, epatiche, funghi, selaginella, licopodi… Poi, circa -250 milioni di anni fa, il prime gimnosperme : molte conifere ormai estinte, cicadee, ginkgo, ma anche araucaria, podocarpus… Bisogna aspettare -150 milioni di anni per la comparsa e poi l'enorme diversificazione di angiosperme, risultando nella flora che conosciamo oggi.

Piante che sono sopravvissute ai secoli

Conifere preistoriche

Tra i gruppi di piante apparsi centinaia di milioni di anni fa e di cui possiamo osservare specie viventi ancora oggi, pressoché identiche a quelle di allora, citiamo prima una delle più note la famosa Ginkgo biloba. Questa conifera (perché è una) è uno dei primi alberi ad apparire sulla terra, 40 milioni di anni prima dei dinosauri.

Più o meno nello stesso periodo, il Metasequoia glyptostroboides, una conifera decidua scoperta in Cina nel 1943. Questa specie si è quasi estinta ed è ora oggetto di protezione.

Un'altra conifera di cui abbiamo trovato fossili risalenti a 230 milioni di anni: Sciadopitys verticillata, o pino cembro giapponese, relativamente comune come albero ornamentale, ma spesso ignorato come specie pancronica!

Alla fine, araucaria appartiene anche ad una famiglia molto antica, quella delle Araucariaceae, ed è vero che questa conifera ha un aspetto molto particolare; possiamo immaginarlo benissimo nel bel mezzo del Giurassico.

Felci e equiseti

Anche le felci, di cui esistono ancora oggi 13.000 specie, sono molto rappresentative della preistoria: le felci arboree, che si trovano ancora oggi, sono senza dubbio uno dei migliori esempi. Le felci popolarono la terra dal Carbonifero, in un'epoca in cui i dinosauri non esistevano ancora. Alcuni potevano raggiungere i 30 o 40 metri di altezza.

Il anche gli equiseti erano ampiamente usati. La famiglia delle Equisetaceae era molto diversificata nel Devoniano; il genere Equisetum è oggi l'unico sopravvissuto. Se i nostri piccoli equiseti hanno conservato un'allure molto particolare, un po' arcaica, hanno invece perso le imponenti dimensioni che avevano i loro antichi cugini!

Cycas e altre curiosità primitive

Il Cycas sono gli ultimi rappresentanti di un ordine di gimnosperme (Cycadales), un tempo molto diversificato e apparso nel Carbonifero, come felci. Ancora oggi se ne incontrano un centinaio di specie, distribuite nella maggior parte delle zone tropicali e subtropicali del mondo, tutte minacciate e, in quanto tali, protette. Il più noto è Cyca revoluta, molto coltivato ed apprezzato per il suo aspetto primitivo, a metà tra la felce arborea e la palma.

Infine, un'altra Gimnopserma che viveva contemporaneamente, vera curiosità botanica: Welwitschia mirabilis, ultimo rappresentante di una famiglia quasi estinta. Questa pianta, le cui foglie sorprendenti crescono indefinitamente, può vivere 1000 o 2000 anni e si trova solo nel deserto della Namibia.

Un patrimonio da proteggere

Al di là dell'aspetto di "curiosità botanica", le specie pancroniche hanno un vero valore patrimoniale e, in quanto unici rappresentanti di famiglie numerose oggi quasi scomparse, la loro conservazione rappresenta una vera sfida scientifica.

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